Le invasioni barbariche 3: ovvero come prepararsi al meglio all’inevitabile cambiamento dovuto alla Digital Trasformation

All’inizio di questa quarantena per coronavirus abbiamo consigliato alla community di Linkedin di leggere “The Game” di Alessandro Baricco.

Ancora non sapevamo come sarebbe cambiato il mondo a seguito dell’emergenza sanitaria.

Forse è ancora presto per tirare delle conclusioni su quale sarà la nuova normalità ma siamo curiosi più che mai di sapere cosa dirà Baricco nell’auspicabile terzo volume delle Invasioni barbariche.

Il nostro punto di vista è diverso da quello dell’autore, e lungi dal voler rispondere al suo posto, però ci siamo fatti una nostra idea su quella che lui chiama POST-ESPERIENZA: la dimensione di umanità aumentata venutasi a creare a seguito della diffusione di smartphone, app e social network, nell’ambito della quale si è creata una nuova élite di persone capaci di padroneggiarla al punto da farne una professione remunerativa (talvolta davvero molto remunerativa) e uno stile di vita invidiabile.

Se però quell’élite è una nicchia che sfiora le vite delle masse solo nel tempo libero, nei viaggi e nelle passioni, c’è un aspetto della Digital Transformation che toccherà tutti noi perché si sviluppa nella dimensione del lavoro.

Essendo noi tecnici informatici, che lavorano in ambito gestionale ad alto livello conosciamo bene la realtà delle grandi aziende, ed è qui che vogliamo spostare l’attenzione. Passare dal mondo dei social che coinvolge la superficie (influencer e compagnia bella) a quel livello più profondo che muove l’economia, ovvero quello della produzione di beni e servizi delle aziende. Il cambiamento verso una digitalizzazione totale non solo è inevitabile ma, secondo la nostra visione, è anche auspicabile perché sarà la chiave per gestire la complessità che oggi ci spaventa per la sua dinamicità. Se debitamente preparati la gestiremo al meglio, in modo più sostenibile e resiliente.

Nel suo libro Baricco paragona la Rivoluzione Industriale dei primi del ‘900 con la Rivoluzione Digitale dei primi anni 2000.
Volendo leggere entrambe in chiave di progresso di un mondo i cui si ampliano, tra le due troviamo comunque sostanziali differenze. Nella prima un’élite ha potuto mettere dei punti fermi grazie ai quali orientarsi (pensiamo agli insegnamenti dell’Illuminismo e alle Esposizioni Universali). Nella seconda, seppur si sia davvero catalogato tutto (grazie al World Wild Web e alla mentalità della Sharing Economy) e nonostante ci fossero gli strumenti di ricerca e orientamento (i motori di ricerca come Google), la dinamicità ha sorpreso e spiazzato comportando sgomento e disagio. E questo perché non era sufficientemente diffusa (non tra i livelli di potere) quella mentalità adatta a padroneggiare il cambiamento.
Stiamo parlando di persone che conoscono tanto il mercato quanto i processi aziendali ma anche il potenziale della tecnologia e il suo funzionamento. Che padroneggiano il metodo scientifico riconoscendo l’incertezza e la probabilità statistica per delineare le direttive verso cui tendere. Persone che sanno individuare i problemi e risolverli. Che sono pragmatiche ma anche interessate al bene dell’umanità come garanzia ulteriore di sicurezza per il futuro proprio e dei propri figli.

La buona notizia è che questo mindset da programmatore è adottabile da tutti, senza discriminazioni di estrazione sociale, genere o età. La seconda buona notizia è che lo si sviluppa in seno ad ognuno di noi già predisponendosi all’apprendimento di metodologie di approccio al lavoro e all’acquisizione di nozioni tecniche. Proprio quelle nozioni informatiche e logico-matematiche, che sono oggetto di radicati pregiudizi al punto da essere vissute come inaffrontabili e invalicabili, dopo la Masterclass che in Aim Docet abbiamo confezionato diventano davvero alla portata e in alcuni possono destare curiosità e voglia di approfondimento.

Il grande motore che abbatte i pregiudizi del sapere è la motivazione: la voglia di riscatto e il bisogno di poter contare su un lavoro garantito, forti che sapremo affrontare i cambiamenti che verranno.