Il Decreto Interministeriale del 25 novembre 2019 definisce per il 2020 le categorie in cui la disparità di occupazione uomo-donna supera il 25%.
Tra quelle elencate vi troviamo anche professioni che noi, consulenti gestionali, conosciamo bene:
- Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione;
- Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali;
- Nonché il settore dell’Informazione e comunicazione.
Il decreto mira ad appianare queste divergenze incentivando le aziende ad assumere donne disoccupate.
Eppure questi incentivi, si evince da svariate fonti online, sembrano essere poco utilizzate. Questa misura dunque da anni produce scarsi risultati.
Quello che ci preme è capire perché la differenza tra uomini e donne impiegati negli ambiti scientifici è così significativa?
La colpa è da individuare in un retaggio culturale che vede che materie come “maggiormente maschili” seppur non vi sia alcuna differenza tra le capacità dell’uno o dell’altra. Una credenza totalmente infondata che si ripercuote di generazione in generazione.
Eppure una Civiltà per definirsi tale dovrebbe aver superato questi dannosi stereotipi e, rispetto alla questione di genere. Margaret Atwood nella sua Masterclass ad esempio ci propone di ragionare non come se ci fossero due poli distinti ma una curva lungo la quale.
Il solo criterio significativo per le selezioni del personale è quello meritocratico.
È con particolare orgoglio che noi di AIM Major possiamo dichiarare di impiegare nel nostro organico di fatto tanti uomini quante donne.
Noi stessi di AIM Major siamo la dimostrazione che non c’è nessuna differenza, nessun vantaggio o svantaggio in termini di business, per un’azienda nell’assumere un uomo o una donna in un ambito scientifico o informatico.
Semmai, visto dal punto di vista dell’interessato, può essere particolarmente vantaggioso e stimolante, per una persona capace di organizzare la propria agenda, avere un lavoro totalmente compatibile con lo smartworking (che ricordiamo essere la possibilità, data dalla tecnologia, di lavorare dove e quando si ritiene opportuno per meglio raggiungere gli obiettivi aziendali) perché questo consente ci conciliare meglio il lavoro con impegni personali come le proprie passioni o la cura della famiglia.
L’ostacolo da abbattere è il pregiudizio
Ad allarmarci sono le statistiche sulla scarsità di profili tecnici presenti sul mercato rispetto alla crescente domanda che leggiamo dal Report Talent Shortage Survay di ManpowerGroup.
Abbiamo indagato questi dati per capire il perché non ci siano persone con una formazione completa anche sul piano logico-matematico e informatico?
Ancora una volta la ragione è da ricondurre alla mentalità diffusa che si fonda su pregiudizi legati alle difficoltà di apprendimento di numeri e compagnia bella. Pregiudizi sì perché di fatto non c’è nessuna evidenza scientifica che dimostri la propensione a padroneggiare certi ambiti da parte alcuni soggetti rispetto ad altri. Più semplicemente è questione di metodo di studio.
Su questo fronte la Prof. Lucangeli, che seguiamo da anni, ha fatto scuola (e la sta rivoluzionando nel vero senso della parola essendo entrata a far parte il 23 aprile della commissione del Ministero per la Pubblica Istruzione che si occuperà della ripartenza nella Fase 2 dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19).
Per tutte queste ragioni con il progetto AIM Docet ci siamo concentrati sul mettere a punto una Masterclass che non si preoccupa di sfatare gli stereotipi ma i pregiudizi sull’apprendimento delle materie scientifiche e invita gli utenti ad aprire la mente verso quelle conoscenze che sono già molto richieste dal mondo del lavoro. Lo saranno sempre di più perché sempre più le “Imprese Intelligenti” si potranno definire tali per due motivi:
- assumeranno per merito
- si affineranno il proprio business grazie alla metodologia di gestione dei dati SAP.
Approfittiamo di questo articolo per ringraziare le aziende che sostengono questo progetto e che attingeranno dai cv dei nostri studenti per